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Social e Digital

Il Giornale di Brescia rinuncia alla presenza su Facebook

20.11.2020

“Scendiamo da questa giostra, usciamo da questa piazza malsana che ci fa diventare quello che non siamo, che non siamo mai stati e che non vogliamo diventare, ovvero la piattaforma di lancio di chi sfrutta questo tipo di dinamiche alimentando scontri e tensioni, oltre che una vera e propria campagna di disinformazione spacciata per sedicente controinformazione”

La notizia è di quelle che fanno riflettere chi, come noi, si occupa di comunicazione.
Il Giornale di Brescia, un quotidiano, sospende l’aggiornamento della propria pagina Facebook.

Una scelta che fa scalpore, ma le motivazioni non sono certo una sorpresa, perché, effettivamente, ogni giorno di più, il livello di conflittualità che si registra sui Social Network è sempre più elevato e incontrollabile, al punto da metter in discussione lo strumento quale canale di comunicazione utile per un’azienda, ma, ancor più, per un giornale.

Quando, nello scorso decennio, apparve Facebook, ma prima ancora con Twitter e poi con altre piattaforme come Instagram o la più giovanile Tik Tok, chi si iscriveva ne usufruiva per diletto. Il passo da utilizzo personale a vetrina è stato breve e stimolato caldamente dai proprietari degli stessi. Ciò ha cambiato definitivamente lo status di un social network, tanto che gli dovremmo cambiare nome in business network, perché di social è rimasto poco e, anzi, in certi casi si potrebbero definire antisociali.

Un peccato, perché, lo strumento, come in tanti altri casi nella storia recente, uno su tutti la TV, sarebbe ottimo, adatto ad amplificare la visibilità delle proprie comunicazioni, così come, banalmente, potrebbero essere canali adeguati per un’informazione diffusa.

Il segnale che la scelta di un quotidiano indica è importante e desolante. Rinunciare non solo a un canale di visibilità, ma a un amplificatore delle proprie notizie, di ingressi sul proprio sito, è difficile, ma denota una deriva che, a lungo andare, diventa negativo per la comunicazione.

Vedremo, in futuro, se altre testate seguiranno l’esempio o se questa, una volta passata la pandemia che ha accentuato alcuni comportamenti, proverà a riprendere il filo del discorso social interrotto con i propri lettori.