Chi non ha giocato con il Lego quando era bambino? Anche da adulti capita di farlo, in caso di collezionismo, ma, sicuramente la nostalgia per quei momenti dedicati alle costruzioni con i mattoncini colorati è patrimonio comune di molti.
Lego è un marchio che ha saputo gestire molto bene la propria immagine nel tempo, diventando un colosso del settore, alimentando la propria notorietà anche attraverso iniziative che vanno dal tempo libero con il parco Legoland all’arte con sculture protagoniste di molte mostre in tutto il mondo.
Tema di queste riflessioni intorno alla comunicazione è però una cosiddetta azione dal basso che, senza che l’azienda la stimolasse, diventa un importante tassello dell’immagine di prodotto e, di conseguenza, del marchio.
Il fatto è esemplare e racconta dell’intraprendenza di una persona che, trovando difficoltà quotidiane nel muoversi con una sedia a rotelle, si inventa un modo per costruire delle rampe adatte a superare le piccole barriere architettoniche che si trovano anche solo per entrare in un locale.
L’idea originale è che queste rampe sono fatte di mattoncini lego, così, non solo, con qualche accorgimento che la stessa geniale inventrice spiega nei dettagli e in diverse lingue chiunque possa cimentarsi, ma l’effetto è molto colorato, una struttura che si vede e si fa vedere.
Quindi, all’utilità si aggiungono il segnale amplificato, ma, soprattutto, il messaggio di inclusione che sembra molti esercenti apprezzino e accolgano al proprio ingresso.
Succede, poi, che grazie al rilancio della notizia su giornali e social network molti altri improvvisati artigiani del mattoncino colorato applichino la trovata anche in altri Paesi, in Italia si registra un’associazione del terzo settore impegnata nel settore della disabilità.
Lego non può che ringraziare per tutta questa pubblicità che, non solo e gratuita e diffusa, ma associa il prodotto a valori positivi riflettendoli sul marchio.